RICICLO CON CONCHIGLIE

In un precedente post ho già avuto occasione di dire che le conchiglie esercitano su di me un notevole fascino.

Queste meraviglie della natura mi incantano e ammiro la loro perfezione. Non sono una collezionista, semplicemente le raccolgo, le spazzolo, le pulisco, le rigiro fra le mani, le inscatolo dopo averle divise per tipo, colore, dimensione; di tutte posso dire il luogo di raccolta, anche senza catalogarle; per tutte aspetto l'ispirazione che mi permetterà di utilizzarle al meglio. Molte sono diventate la decorazione di numerosi portavaso che ho sparso nelle case di amici e parenti.

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L'ultimo cospicuo bottino di conchiglie risale allo scorso mese di maggio e proviene dal litorale di Senigallia.


Da tempo avevamo programmato, con i miei cognati, un viaggetto nelle Marche che, dato l'inclemenza del tempo, doveva essere solo culturale. Ma un sole splendido ha piacevolmente sconvolto i nostri programmi: dopo aver costretto mia cognata ad un rapido passaggio a Loreto ci siamo goduti cinque piacevoli giorni di spiaggia, di sole, di tranquillità. Il litorale, non ancora invaso dagli ombrelloni, portava tutti i segni delle mareggiate invernali: era bellissimo, selvaggio, colmo di tesori e... purtroppo anche dei resti di chi getta i rifiuti a mare.


Recentemente ho pensato di utilizzare le conchiglie più piccole, sempre di difficile collocazione, per farne dei portacandeline riciclando nel frattempo i vasetti di marmellate e conserve che altrimenti andrebbero ad ingolfare i cassonetti delle raccolte differenziate.

Dopo aver sgrassato a fondo i vasetti di vetro, servendomi della colla a caldo ho applicato le conchigliette attorno al bordo superiore così da nascondere la filettatura destinata al coperchio.

Alla fine riempirò di sabbia, o meglio ancora di minuscole conchiglie, fino a metà il vasetto, vi appoggerò il cerino ed ecco approntati i portacandeline che così illumineranno le restanti serate estive.